Anche questa è fatta – una fatica che per Aldo Metalori, il grande esperto di polline, è durata dieci anni,
e per noi a Montaonda "solo" un paio di mesi. L'esito è un libro in grande formato,
che inaugura la nuova collana di manuali, tutto a colori e pieno di foto e tabelle, di moduli e spiegazioni, note e
riferimenti. Quanta roba!
Due mesi a discutere e scegliere le foto, insieme a sua figlia Marta e a Gabriele Zeribelli, agronomo e collaboratore storico di casa Metalori; a ordinare i
capitoli, impaginare e raccogliere i contributi dei diversi professori e
studiosi che arrivavano puntualmente, e che sono andati a comporre la seconda parte
del libro, di approfondimento sul polline.
Speriamo che non ci siano scappati troppi errori, il
responsabile è sempre l'editore che non è riuscito a scovarli per tempo e quando un libro nasce è impossibile che sia perfetto, il
libro perfetto non esiste).
Forse anche per questo, con Aldo e Marta, si ragiona già di
mettere in cantiere una seconda edizione, perché quando si chiude un libro
vero, ci si accorge che è vivo, che vorrebbe crescere ancora, inglobare altri
aspetti, presentare altre facce, e questo il lavoro di editore lo mostra ogni
volta, quando non si tratta di classici, di traduzioni o ristampe anastatiche. Vedremo come lo accoglie il pubblico - le copie stampate non sono tantissime.
Questo sul polline, me ne accorgo ora che si va a chiudere le cartelle di
lavorazione, è stato davvero un bel progetto, il primo libro dedicato
esclusivamente alla sua produzione (molto aggiornato poi, grazie alle
recenti conquiste della tecnica, come la trappola inventata da Aldo, ma anche alle
nuove scoperte della scienza, grazie ai nuovi potentissimi strumenti di
ricerca), che ne affronta e racconta tutti gli aspetti, da quelli più tecnici,
della gestione dell'alveare alle norme per la conservazione, l'etichettatura e
la commercializzazione del prodotto, a quelli che riguardano il consumatore,
dalle qualità nutritive a quelle mediche, alla ricerca più aggiornata su
allergie e quanto d'altro si può desiderare sapere su questo alimento ancora poco
conosciuto.
Questo è uno dei meriti dell'autore, che ogni anno percorre
in lungo e in largo l'Italia per tenere corsi e conferenze a favore di questa
nuova produzione alimentare e nutraceutica, che sta conoscendo un'età dell'oro
(e non sarà affatto un caso il cognome: meta-oro).
A Montaonda abbiamo scoperto e assaggiato il polline fresco,
una specialità che varrebbe la pena assaggiare alemno una volta nella vita, perché una volta ingerito apre nuovi
mondi sensoriali (sembra di mangiare un estratto di fiori), e abbiamo osservato e studiato i
granelli e le piante che producono la polvere che poi l'ape pressa sulle
cestelle delle sue zampette. Il polline è davvero oro, caviale, come dicono, è
ricchezza e promessa, è principio di vita, polvere magica che trasforma le cose
e feconda... su questo speriamo di dire presto di più...
In chiusura una nota doverosa sul benessere delle api: il
polline prelevato è una quantità minima, sono solo le palline più grosse a cadere nella trappola, e Aldo spiega
bene quando e per quanto raccoglierle per evitare di saccheggiare l'alveare e
sottrarre il cibo a chi ne ha bisogno. Perché le api hanno questa
caratteristica, a loro piace raccogliere anche al di là della loro necessità,
quasi in qualche modo volessero pensare anche a noi, che siamo soltanto gli ultimi a usufruire del dono che da 25 milioni
di anni fanno al mondo intero...
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